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La lingua batte dove il dente duole

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All’ombra dei castagni sto leggendo
nel meriggio che l’afa smorza il fiume
e un venticello sparge pigro il suono
di mosche svolazzanti come piume.
 
Giro lo sguardo, l’occhio si ristora
tra questo verde e qualche panca rotta
due cani neri ruzzano tra l’erba
il più piccino col più grosso lotta.
 
Quello grosso di corsa s’avvicina,
m’annusa, da un leccotto e salta addosso
(non so perché attiro sempre i cani)
eppure non gli porgo manco un osso.
 
Forse è l’afa del giorno, il mio sudore?
Forse trasmetto qualche simpatia?
Ci rido sopra e penso a qualche amore
che ogni tanto arriva e poi va via.
 
Anche l’ultimo ha avuto vita breve
s’è acceso ma è durato solo un poco
forse non uso legna stagionata
con quella verde dura poco il fuoco.
 
Anche il cane se n’è scappato via
a rotolarsi insieme all’altro al sole
ed io a pensare ad una in Romania,
“la lingua batte dove il dente duole”.
 
Che strana coincidenza col volume
che avevo ritrovato l’altro ieri
che stavo con pigrizia sfogliazzando
del duo De Mauro e Andrea Camilleri.
 
Salvatore Armando Santoro
(Donnas 15.06.2021 – 1:21)
 
 
 

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