LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Salvatore Armando Santoro
|
|||
All’ombra dei castagni sto leggendo nel meriggio che l’afa smorza il fiume e un venticello sparge pigro il suono di mosche svolazzanti come piume. Giro lo sguardo, l’occhio si ristora tra questo verde e qualche panca rotta due cani neri ruzzano tra l’erba il più piccino col più grosso lotta. Quello grosso di corsa s’avvicina, m’annusa, da un leccotto e salta addosso (non so perché attiro sempre i cani) eppure non gli porgo manco un osso. Forse è l’afa del giorno, il mio sudore? Forse trasmetto qualche simpatia? Ci rido sopra e penso a qualche amore che ogni tanto arriva e poi va via. Anche l’ultimo ha avuto vita breve s’è acceso ma è durato solo un poco forse non uso legna stagionata con quella verde dura poco il fuoco. Anche il cane se n’è scappato via a rotolarsi insieme all’altro al sole ed io a pensare ad una in Romania, “la lingua batte dove il dente duole”. Che strana coincidenza col volume che avevo ritrovato l’altro ieri che stavo con pigrizia sfogliazzando del duo De Mauro e Andrea Camilleri. Salvatore Armando Santoro (Donnas 15.06.2021 – 1:21) |
|